Siena è vicina: se non ora, quando?

Il 13 Febbraio 2011 qualcosa è cambiato, forse per sempre, nel nostro Paese. In tutta Italia sono scese in piazza oltre un milione di persone, uomini e soprattutto donne, stufe dell’immagine squallida che abbiamo dato al mondo negli ultimi anni. Uno sdegno trasversale che non poteva e non può essere limitato all’area della sinistra: forse è proprio dagli uomini e dalle donne di centro e di destra che ci si attende una ancor più forte richiesta di valori e moralità, contro bordelli presidenziali, velinismo, battute machiste e ridicolo celodurismo di vecchietti allupati che, ahimè, rappresentano il nostro Paese nel mondo.

Quella bella giornata è stata la scusa e l’occasione per formare dei circoli tematici in tutta Italia, circoli composti soprattutto da donne (come è giusto che sia) ma anche da uomini che vogliono collaborare alle proposte per rendere l’Italia un paese anche per donne. Del resto le rivendicazioni delle donne sono questioni di giustizia sociale che riguardano la società intera e hanno ricadute sulla qualità della vita di tutti, anche degli uomini.

Se non ora quandoIl 9 e 10 Luglio, nella vicina Siena, si terrà una due giorni in cui il movimento cercherà di tirare le fila, organizzarsi in modo stabile e proporre delle campagne tematiche fin da subito. Del resto l’urgenza di una mobilitazione costante è ribadita anche dalle proposte sull’innalzamento dell’età pensionabile delle donne e dal perpretarsi dell’esclusione delle donne dai tavoli decisionali di destra, centro e sinistra. Al di là delle buone parole e dei buoni propositi, alla fine ai tavoli che contano si vedono sempre volti maschili.

Speriamo che donne e uomini fiorentini approfittino della vicinanza di questa 2 giorni e portino a Siena sostegno ed idee per un’Italia migliore.

Per ulteriori informazioni sulla manifestazione, cliccate qui.

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Il centro verso la pedonalizzazione tra molte luci e qualche ombra

La pedonalizzazione del centro di Firenze è un tema che da anni appassiona i fiorentini e i non fiorentini che lavorano in città, o semplicemente amano visitarla. Firenze non è una qualsiasi città di medie dimensioni, e di questo i suoi cittadini dovrebbero essere sempre consapevoli. Non è una città “proprietà” dei suoi cittadini, ma dell’intera umanità, come ha stabilito anche l’Unesco. Analoghi centri storici, in tutto il mondo, sono interamente pedonali da anni, per la gioia di turisti e abitanti di quelle tranquille e bellissime zone. Per questo motivo si può tranquillamente sostenere che la pedonalizzazione del centro storico di Firenze era ed è una necessità.

Dal 24 Giugno, festa del Patrono di Firenze, piazza Pitti, via Tornabuoni e Por Santa Maria vanno ad aggiungersi a piazza del Duomo e ampliano quella parte del centro finalmente godibile per chi vuol passeggiare tra le strade della perla del Rinascimento. E’ stato lo stesso sindaco Matteo Renzi, la mattina del 24 Giugno, a chiudere la catena di accesso a Via Tornabuoni, con la sua consueta teatralità. Da quel momento in poi, potranno “violare” questa zona solo pedoni, biciclette e autobus elettrici. Le auto dei residenti potranno circolare solo nelle apposite “finestre” orarie ad essi dedicate. Fiorentini e turisti potranno ora godersi a naso in su i bellissimi palazzi della zona, senza preoccuparsi del traffico asfissiante e spesso isterico che affliggeva quelle splendide vie del centro.

Via Tornabuoni

Gli scontenti ci sono sempre e non devono bloccare progresso e miglioramenti, ma ascoltarli e cogliere le proteste più ragionevoli può essere un vantaggio per chi ha la pazienza di farlo. L’amministrazione Renzi, purtroppo, non ha questo pregio. Cresce così l’insoddisfazione di disabili, residenti, commercianti e trasportatori che vivono, lavorano o transitano in quelle zone. L’atteggiamento spesso strafottente del sindaco ha l’effetto della benzina sul fuoco, come testimoniano i numerosi commenti negativi e di protesta apparsi per la prima volta in modo massiccio sulla sua amata pagina di Facebook, spesso usata impropriamente per annunci istituzionali e sfoghi poco consoni per il suo incarico.

Gli ingorghi nelle vie limitrofi alle nuove zone pedonali sono inevitabili e prevedibili, soprattutto nei primi giorni in cui si pagherà anche il disorientamento dovuto al cambio di ben 47 sensi di marcia. Niente di insostenibile, comunque: col passare del tempo cambieranno le abitudini e tutti si adegueranno a tragitti alternativi. Chi potrà, poi, sarà incentivato anche all’uso di mezzi pubblici e delle biciclette (fermo restando che per i ciclisti il problema è come arrivare in centro, vista la carenza di piste ciclabili sicure).

La consulta cittadina dei disabili ha avanzato proposte e richieste per limitare il disagio nel raggiungere alcune zone del centro, ma la risposta del sindaco è stata spiazzante: “I disabili, che lo sono veramente, e non i furbi col permesso della nonna, non hanno bisogno di forzare piazza Pitti. Ci possono entrare, e hanno addirittura le strisce per i parcheggi a loro riservati”. Di nuovo colpisce la presunzione con cui questa giunta affronta le proteste dei cittadini: solo i contenti sono considerati degni di considerazione, gli scontenti sono spesso liquidati come “in mala fede”.

Con motivazioni diverse, ma al tempo stesso simili, protesta la rappresentanza sindacale dei lavoratori del comune di Firenze: “La pedonalizzazione di piazza Pitti e limitrofe costituisce, come già quella del Duomo, un evento di rilevanza storica per Firenze. I dipendenti del Comune sono stati coinvolti in maniera massiccia ed impegnativa per la realizzazione di questo obbiettivo del sindaco. Alla Polizia Municipale e non solo viene chiesto uno sforzo straordinario. La RSU del comune di Firenze, però, non è stata coinvolta affatto: nessuna comunicazione riguardo ai carichi di lavoro, alle risorse straordinarie richieste, al budget stanziato. Speriamo che, fra una pedonalizzazione e una notte bianca, fra una partecipazione ad una trasmissione televisiva e l’altra, il sindaco si ricordi di noi“.

I pro di questa operazione sono prevalenti, ma non andrebbero sottovalutati anche gli impatti negativi sulla vita di chi abita o frequenta quelle zone. Pare evidente che questa scelta vada nella direzione giusta per vivere di più e meglio Firenze. Pare altrettanto evidente che un pizzico di flessibilità e di umiltà in più da parte del sindaco e della sua giunta sarebbe auspicabile per rendere più condivise e apprezzate queste positive innovazioni.

Segnaliamo un interessante speciale del Corriere Fiorentino (clicca qui) sul tema pedonalizzazione.

Vi ricordiamo infine i contatti del sindaco di Firenze Matteo Renzi (pagina Facebook e email) e dell’assessore alla mobilità Massimo Mattei (email), se voleste contattarli per esprimere giudizi, dubbi o ringraziamenti per questa scelta.

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Firenze Holding s.p.a.: Renzi cancella il referendum

Il tema della privatizzazione dei servizi pubblici è sempre molto delicato: schierarsi contro porta spesso ad essere etichettati come “comunisti” o cose del genere. In realtà si tratta di un tema trasversale, non a caso a favore della gestione pubblica del servizio idrico in Italia si è mosso anche tutto il mondo cattolico. Padre Zanotelli è stato tra i più attivi sul tema, negli ultimi anni. In occasione dei referendum del 12 e 13 Giugno 2011, poi, si è schierato anche il resto del mondo cattolico, preoccupato per le drammatiche ricadute delle privatizzazioni dell’acqua sul mondo dei più poveri.

Sfatato il mito del “è roba da comunisti”, i due quesiti referendari sull’acqua hanno dato un’indicazione chiarissima: i sì sono stati addirittura di più rispetto a quelli sul nucleare, che prima del voto era considerato, a torto, il tema “traino” della consultazione.

Molti analisti hanno esteso l’interpretazione dei risultati, parlando di volontà popolare contro la privatizzazione di tutti i servizi pubblici (acqua, rifiuti, energia, trasporti pubblici). Probabilmente è un’interpretazione valida, in ogni caso non è di certo discutibile la contrarietà alla privatizzazione del servizio idrico, oggetto del referendum.

In questo contesto, arriva un inatteso annuncio del sindaco di Firenze Matteo Renzi: entro l’anno sarà creata la Firenze Holding S.p.A., società per azioni da quotare in borsa (e quindi da consegnare al parziale controllo dei privati) che conterrà tutte le partecipazioni del comune di Firenze nei servizi pubblici: acqua, rifiuti, energia e probabilmente trasporti pubblici.

In sostanza, come conseguenza della contrarietà degli italiani alla privatizzazione del servizio idrico, Renzi include il servizio idrico in una struttura superiore da… privatizzare. Privatizzare in parte, certo, ma i soci privati di minoranza nelle aziende pubbliche hanno molta importanza: portano soldi e, ovviamente, non lo fanno per beneficenza: vogliono soldi e utili da spartire.

Se volete protestare o ricordare al sindaco i risultati dei referendum di due settimane fa, scrivete a Matteo Renzi (sindaco@comune.fi.it).

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Acqua potabile gratis in piazza Signoria: si poteva far meglio?

L’idea è ottima, di quelle che solitamente mettono d’accordo destra e sinistra. Costruire un fontanello che distribuisce gratuitamente acqua potabile (fresca, liscia e gassata) in città è l’occasione per far contenti i turisti e i cittadini che possono attingervi per risparmiare soldi, bottiglie di plastica e impatto ambientale (basti pensare al risparmio sul trasporto delle bottiglie d’acqua confezionata). Chi non ha mezzi di sostentamento o ne ha estremamente pochi, poi, ha almeno la garanzia di poter bere gratuitamente.

Davvero un bel segnale di accoglienza sociale e di attenzione all’ambiente.

Come sempre, però, certi politici (e tecnici politicizzati) riescono a distinguersi nel far male anche cose belle. Il fontanello, infatti, è praticamente una sorta di botteghina metallica (somigliante a un’edicola), con scritte di dubbio gusto sulle pareti e… udite udite… è stato piazzato proprio dietro al “biancone” di piazza Signoria, con un impatto visivo spiazzante e francamente imbarazzante per chi lo ha pensato, autorizzato, realizzato e pagato.

La speranza è che venga al più presto spostato, per rimediare ai sorrisi ironici dei turisti stranieri, meno avvezzi di noi alle “genialate” dei politici italiani.

Se volete ringraziare per l’idea e magari chiederne la ricollocazione, potete scrivere ai seguenti responsabili (cliccate sul nome per inviare una email):
Matteo Renzi, sindaco di Firenze
Erasmo d’Angelis, presidente di Publiacqua
Arch. Alessandra Marino, sopraintendente Firenze

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Bike Sharing a Firenze: sarà la volta buona?

Il “bike sharing” è una rete di punti di ritiro e consegna di biciclette, disponibili 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 per chi paga un canone di noleggio mensile. Nelle maggiori città europee è già una realtà da molti anni, e di recente si sta diffondendo anche in Italia. I vantaggi sono molti: si prende la bicicletta solo quando serve, senza doversi preoccupare di avere un posto dove tenerla, nè di fare manutenzione. Lo svantaggio è che va ritirata e riconsegnata in posti specifici, ma se la rete è ben organizzata i punti di ritiro/consegna in città dovrebbero essere sempre relativamente vicini.

A Firenze, il progetto di “bike sharing” nasce e viene ufficialmente adottato dalla giunta Domenici nel Febbraio 2009. Questo progetto prevede 50 punti di distribuzione in Firenze e 750 biciclette a disposizione. Come spesso accade quando si parla di progetti ambientali, il progetto è stato casualmente “dimenticato” una volta finita la campagna elettorale, ed è rimasto nel cassetto per due anni e mezzo.

L’attuale vicesindaco Dario Nardella ha deciso di riaprire il cassetto e rimettere in moto un progetto di fattibilità economica e di adeguamento del vecchio piano. Si dovranno considerare le nuove zone pedonali, ad esempio. Soprattutto, però, si dovranno trovare i soldi per realizzarlo. E qui interviene una novità: il progetto sarà realizzato con finanziamenti privati o semi-privati. Ataf e Firenze Parcheggi hanno già presentato un progetto al Comune e parteciperanno ad eventuali gare di appalto.

Bike sharing a Roma
Resta poi da affrontare il nodo fondamentale della vicenda: la rete di infrastrutture per la mobilità ciclabile, al momento del tutto carente, come ben sanno i 20.000 fiorentini che si muovono in bici ogni giorno. Mancano rastrelliere in posti sicuri, e quelle che ci sono spesso sono invase da vecchi catorci fermi per anni; le piste ciclabili sono “a macchia di leopardo” e costringono i ciclisti a doversi “buttare” nelle intasate, rischiose e strette sedi stradali. Senza una svolta a questo livello, il bike sharing rischia di restare un progetto ad uso e consumo dei politici (che lo rivendicheranno) e non dei cittadini.

Se, invece, si affronterà il problema a 360 gradi, questo progetto potrebbe far diminuire il traffico, migliorando lo stile di vita e la qualità della vita di molti fiorentini. In attesa del passaggio dalle parole ai fatti, ringraziamo comunque il vicesindaco Nardella per il suo impegno nel migliorare la nostra città. Se volete scrivergli, per sostenerlo e incoraggiarlo a proseguire questo progetto, cliccate qui sotto:
Dario Nardella.

Con l’occasione segnaliamo anche uno speciale de “la Repubblica” sulla situazione delle bici a Firenze, davvero ben fatto e molto interessante.

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Cinema in centro: cade anche il Fulgor

I vari sindaci che si sono susseguiti alla guida della nostra città, hanno sempre conservato un punto in comune nel loro programma elettorale: la riqualificazione del centro storico, il recupero del territorio, più verde e spazi per una Firenze “da vivere”. Questo, ovviamente, a patto di non rompere le uova nel paniere delle superpotenze economiche fiorentine: le grandi immobiliari.

Tra i vari punti programmatici puntualmente proclamati e dimenticati, troviamo la difesa dei cinema e delle attività culturali nel centro storico. I cinema sono spariti uno dopo l’altro, con un accelerazione negli ultimi mesi dovuta al cosiddetto “mercato delle vacche” delle licenze: per aprire strutture oltre i 700 posti occorre acquistare posti da altre strutture in chiusura. E così ha chiuso una struttura storica fiorentina come il Variety, che pare voglia vendere la licenza per i propri posti-sala al nuovo Multisala in costruzione a Novoli (nell’area ex-Fiat). Quei posti, però, non bastano ai futuri gestori della megastruttura commerciale che vogliono arrivare ad offrire 9 sale per oltre 2000 posti. Pare ormai certo che il prossimo cinema a cadere sarà quello che da molti era considerato l’ultimo grande baluardo del centro storico: il cinema Fulgor.

Cinema chiuso

Non a caso, il piano strutturale del Comune inserisce il Fulgor tra le strutture in dismissione su cui è possibile immaginare un “recupero” residenziale con parcheggi o strutture commerciali. La conferma arriva da parte di Bruno Cerasuolo, in rappresentanza della Fulgor Immobiliare 2005, proprietaria dell’immobile:

“Noi avevamo fatto un progetto per fare un parcheggio nel sito del cinema, progetto che aveva ricevuto l’ok dall’Urbanistica. Poi, con l’avvento della nuova giunta, abbiamo riformulato due nuovi progetti. Uno per un’attività commerciale insieme a un parcheggio; un altro, alternativo, per una serie di residenze, alcune delle quali convenzionate col comune, una sala polivalente che potrà accogliere eventi culturali, e ugualmente un parcheggio interrati. Quello che per noi era chiaro è che non ci avremmo fatto un cinema“.

Insomma la chiusura del Fulgor è data per certa, e appare probabile la cessione dei posti della struttura al nuovo Multiplex di Novoli, in modo da massimizzare i profitti per gestori e proprietari del Fulgor, e ovviamente per quelli del nuovo multisala. Da ricordare che i proprietari dell’Immobiliare Novoli (proprietaria della struttura dove nascerà il multisala) sono Novoli Investors B.V. (misteriosa finanziaria olandese), la banca belga KBC, Monte dei Paschi di Siena e Cassa di Risparmio di Firenze. A gestire la struttura, invece, pare certo che sarà “The space”, società controllata al 51% dalla “21 investimenti” di Benetton e al 49% da Mediaset di Berlusconi

In tutto questo mercato delle vacche grasse in cui a guadagnare sono i soliti potenti “bipartisan”, anche a perdere sono sempre i soliti: Firenze, il suo centro storico ed i fiorentini.

E voi cosa pensate di tutto questo?

La chiusura del Fulgor è ancora scongiurabile e la decisione sarà tutta politica: il cambio di destinazione definitivo (da cinema a parcheggio) non è ancora stato concesso dal comune. Se siete contrari a questa prospettiva, scrivete ai vostri referenti politici e fatevi sentire! Qui sotto trovate il link per inviare una mail al vostro partito di riferimento (basta cliccare sul nome).

Gruppo consiliare PD
Gruppo consiliare Pdl
Gruppo consiliare Fli
Gruppo consiliare Spini per Firenze
Gruppo consiliare Per un’altra città
Gruppo consiliare Lega Nord
Gruppo consiliare Italia dei Valori
Gruppo consiliare Sinistra e Libertà 

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