Bike Sharing a Firenze: sarà la volta buona?

Il “bike sharing” è una rete di punti di ritiro e consegna di biciclette, disponibili 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 per chi paga un canone di noleggio mensile. Nelle maggiori città europee è già una realtà da molti anni, e di recente si sta diffondendo anche in Italia. I vantaggi sono molti: si prende la bicicletta solo quando serve, senza doversi preoccupare di avere un posto dove tenerla, nè di fare manutenzione. Lo svantaggio è che va ritirata e riconsegnata in posti specifici, ma se la rete è ben organizzata i punti di ritiro/consegna in città dovrebbero essere sempre relativamente vicini.

A Firenze, il progetto di “bike sharing” nasce e viene ufficialmente adottato dalla giunta Domenici nel Febbraio 2009. Questo progetto prevede 50 punti di distribuzione in Firenze e 750 biciclette a disposizione. Come spesso accade quando si parla di progetti ambientali, il progetto è stato casualmente “dimenticato” una volta finita la campagna elettorale, ed è rimasto nel cassetto per due anni e mezzo.

L’attuale vicesindaco Dario Nardella ha deciso di riaprire il cassetto e rimettere in moto un progetto di fattibilità economica e di adeguamento del vecchio piano. Si dovranno considerare le nuove zone pedonali, ad esempio. Soprattutto, però, si dovranno trovare i soldi per realizzarlo. E qui interviene una novità: il progetto sarà realizzato con finanziamenti privati o semi-privati. Ataf e Firenze Parcheggi hanno già presentato un progetto al Comune e parteciperanno ad eventuali gare di appalto.

Bike sharing a Roma
Resta poi da affrontare il nodo fondamentale della vicenda: la rete di infrastrutture per la mobilità ciclabile, al momento del tutto carente, come ben sanno i 20.000 fiorentini che si muovono in bici ogni giorno. Mancano rastrelliere in posti sicuri, e quelle che ci sono spesso sono invase da vecchi catorci fermi per anni; le piste ciclabili sono “a macchia di leopardo” e costringono i ciclisti a doversi “buttare” nelle intasate, rischiose e strette sedi stradali. Senza una svolta a questo livello, il bike sharing rischia di restare un progetto ad uso e consumo dei politici (che lo rivendicheranno) e non dei cittadini.

Se, invece, si affronterà il problema a 360 gradi, questo progetto potrebbe far diminuire il traffico, migliorando lo stile di vita e la qualità della vita di molti fiorentini. In attesa del passaggio dalle parole ai fatti, ringraziamo comunque il vicesindaco Nardella per il suo impegno nel migliorare la nostra città. Se volete scrivergli, per sostenerlo e incoraggiarlo a proseguire questo progetto, cliccate qui sotto:
Dario Nardella.

Con l’occasione segnaliamo anche uno speciale de “la Repubblica” sulla situazione delle bici a Firenze, davvero ben fatto e molto interessante.

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